Il Monte Stella
A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
Nella parte nord-ovest di Milano, nei pressi dello svincolo autostradale di piazzale Kennedy, sorge la più nota altura milanese del nostro tempo: si tratta del Monte Stella, la cui nascita è legata al progetto del vicino QT8.
L’area del Parco collinare Monte Stella è compresa tra le vie De Gasperi, Cimabue (pedonale), Isernia, Terzaghi e Sant’Elia; buona parte della sua superficie è interessata dall’area a collina artificiale, accatastata come Monte Stella.
Il quartiere QT8 venne progettato come risposta alle esigenze abitative dell’immediato dopoguerra, a metà del secolo XX, articolato su tre progetti: 1946, 1950 e, il definitivo, nel 1953. Alla loro stesura concorsero, su impulso dell’architetto Piero Bottoni (ideatore, artefice e Commissario straordinario della Triennale), numerosi esponenti della cultura architettonica e urbanistica milanese, quali Gino Pollini e Vittoriano Viganò.
Proprio in questi progetti del quartiere modello compariva un laghetto, che venne poi colmato dalle macerie dei bombardamenti della II guerra mondiale per dare vita a un colle che rappresentasse almeno un pezzetto di natura libera: nacque così questa altura artificiale, cui i milanesi saranno sempre molto affezionati, tanto da dedicarle più di una canzone, chiamandola "Montagna de San Sir", nonostante il nome ufficiale per il catasto sia Monte Stella, un nome attribuitole da Piero Bottoni in memoria della moglie, la scultrice polacca Stella Sas Korczynska, sposata nel 1941 e morta nel 1956.
Una volta scaricate le macerie si pose il problema del rimboschimento dell'area, che avvenne grazie alla generosità dei milanesi, guidati nell'opera da tre figure carismatiche: l'assessore Giulio Polotti, il cantante Nino Rossi e il giornalista e scrittore Tullio Barbato.
L’area, non ancora orientata a parco, assunse il popolaresco toponimo di “Boschett del Ghino” dove Ghino, diminutivo di Meneghino, tradiva l’ambizione di richiamarsi al celebre personaggio milanese.
Alla fine degli anni Settanta del XX secolo, con la realizzazione del manto erboso e la piantumazione sperimentale, iniziò la fase di manutenzione e sorveglianza, cui parteciparono particolarmente le Associazioni d’Arma, dotate anche di mezzi meccanici, tra cui l’Associazione ex Combattenti Divisione Friuli e l’Associazione Nazionale Alpini, che pure contribuirono a donare alberature in grande quantità.
La fase successiva alla piantumazione ha visto il settore parchi e giardini del Comune intensificare e completare l’opera, migliorando tutta l’area a parco, con viali, piazzole di svincolo con sedili in pietra, panchine e cestini per i rifiuti.
Il parco vide, tra i suoi frequentatori, numerosi sportivi di varie discipline: negli anni ’60 del XX secolo, con ampi spazi ancora brulli e sterrati, ospitò gare internazionali di ciclocross, con la presenza del pluricampione del mondo Renato Longo che vi vinse una prova del campionato italiano. Così pure, ben si prestò all'atletica leggera, con il vicino campo XXV aprile, e agli esercizi a corpo libero, favoriti dalla presenza di apposite attrezzature.
Inoltre, dal 1982 al 1984 la “montagnetta di San Siro” venne trasformata in stazione sciistica, attrezzata sul lato Ovest con impianti di risalita, illuminazione e neve artificiale e una pista di 250 metri lungo la quale vennero organizzati lo “Slalom di Natale” e un parallelo, che fu vinto da un giovanissimo Alberto Tomba.
Passeggiando per i vialetti si possono osservare alcune particolarità: innanzi tutto è opportuno fare caso ai "monumenti naturali". Ad esempio il Cedro dell’Himalaya è il più maestoso albero del parco: ne sono presenti 8 esemplari tra cui uno si trova sul vialetto che inizia in via Terzaghi tra via Isernia e la scuola M. L. King (vicino al punto luce n. 26).
Un altro tra gli alberi più apprezzati del parco è l’albero delle lanterne cinesi (Koelreuteria paniculata) dalla elegantissima fioritura gialla che avviene a giugno: dalla cima si possono localizzare alcuni dei 46 esemplari presenti, sul terrazzamento inferiore.
Passando ora ai monumenti veri e propri, va ricordata la stele commemorativa degli Alpini in memoria della realizzazione del bosco (1978) che si trova immediatamente a valle della cima, in direzione ovest: dopo la messa a dimora, sabato 18 novembre 1978, di un ulteriore migliaio di piante (su tre fasce del Monte Stella: alla base, a metà e verso la cima), dopo le innumerevoli già donate, avvennero lo scoprimento e la benedizione del cippo-ricordo, situato sulla fascia mediana, alla presenza delle scolaresche di Milano: erano presenti più di duemila scolari, con le loro insegnanti e con le loro bandierine tricolori.
Infine chiudiamo con il più noto degli spazi presenti al parco collinare del Monte Stella: il Giardino dei Giusti o, meglio, il “Giardino dei Giusti di Tutto il Mondo”. Ricavato su un’area di 7.600 mq circa, ha reso Milano la quarta città al mondo (e la prima in Italia) ad onorare chi si è sacrificato per gli orrori di genocidi e totalitarismi.
Al Parco si accede da M1, fermata QT8 o Lampugnano (da via Terzaghi).
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